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S.M. di LICODIA

La chiesa Madre di Santa Maria di Licodia è diretta erede dell'antica abbazia benedettina e di conseguenza è custode di gran parte del patrimonio artistico accumulato dall'istituzione monastica.Tra le opere più significative in essa contenute, ricordiamo le statue lignee di Santa Gertrude la Grande, San Benedetto Abate e San Giuseppe, un crocifisso ligneo policromo tardo-medievale di scuola siciliana, una statua lignea di San Luigi, e opere pittoriche di M. Desiderato e G. Rapisarda. Nel 1974 è stata trafugata la statua lignea di Santa Maria di Licodia.

La festa patronale di Santa Maria di Licodia è dedicata a San Giuseppe. Nel sec. XIX il beato Giuseppe Benedetto Dusmet concesse al popolo licodiese di festeggiare i santo patrono l'ultima domenica di agosto, approvandone anche la liturgia. La festa si svolge l'ultimo sabato, domenica e lunedì di Agosto. ed è preceduta da tre giorni di triduo. Sabato inizia la festa con l'offerta della cera e l'omaggio floreale da parte del comune e con la svelata del seicentesco simulacro di San Giuseppe che per tutto l'anno è custodito nella "cameretta". Domenica si svolgono le due processioni: la mattina con il settecentesco fercolo barocco e la sera con una portantina portata a spalla. Immancabili e frequenti i fuochi d'artificio allietano la festa. Lunedì si svolge un secondo giro del fercolo che fino agli anni '60 veniva portato a spalla, e che adesso viene tirato dai devoti. Al rientro del Santo in chiesa vengono messi all'asta i doni offerti durante le processioni. In tarda serata la festa viene viene conclusa da un suggestivo fuoco pirotecnico. La festa è accentuata dalla presenza popolare, dai vari spettacoli musicali e dalla festosa illuminazione nelle strade principali.

 

L'associazione Musicale "Giovanni Pacini" ha sede in Via Luigi Capuana n.15

 

La torre, il monumento più significativo della città, oggi simbolo civico, costruita dai normanni su più antiche fondamenta arabe è inserita nel corpo del monastero benedettino. Tale complesso monastico è esemplare testimonianza dell'importanza storica che il luogo ricopriva. Il complesso, raccolto attorno al chiostro quadrangolare, dava l'esatta dimensione di come il borgo e la sua gente, gravitassero attorno ad esso.Attualmente solo la torre campanaria e una parte dell'edificio, che ora è adibita a sede del Municipio, sono scampate alla distruzione del complesso monastico, avvenuta nel 1929, per far posto all'attuale edificio scolastico.

 

a sud del centro abitato, sotto la rupe basaltica, sgorgano da tempi immemorabili cinque sorgenti di acque che in passato alimentavano l'acquedotto romano che riforniva Catania di acqua e che in tempi più recenti rifornisce l'attuale Fontana del Cherubino.

Questa fontana è stata ristrutturata dai padri benedettini nel 1757, presumendo che essa sia stata costruita in tempi anteriori, dagli aragonesi.